Linee di pensiero

Tutti, davvero, nessuno escluso, hanno il dovere di indicarmi una strada da seguire. Una VIA…che non è la Valutazione di Impatto Ambientale, e non è neanche un sentiero fisico fatto di asfalto, ciottoli o sassi. In poche parole, sempre sperando di riuscire a sintetizzare il concetto, non è possibile restare a casa senza far niente. Io non ho mai capito molto bene le cose della vita e alcuni dicono che ho un modo di ragionare un po’ fuori dagli schemi, ed è per questo che forse gli altri non riescono a trovare ciò che è più adatto alle mie capacità. È anche per questo che mi trovo spesso in situazioni che gli altri reputano strane o assurde.
«Hai bisogno di un obiettivo nella vita» fece mia madre «devi mettere a fuoco le tue priorità.»
Io non risposi. Presi la mia giacca e uscii di casa. Molte persone cercano risposte sulla rete, ma lì mi son sempre sentito come un pesce intrappolato. Preferisco quindi affidarmi a dei metodi vecchi ed efficaci. Raggiunsi in un paio di minuti il mio giornalaio di fiducia, il buon Enzo che per me ha sempre messo da parte una copia di ogni fumetto che arrivava alla sua edicola.
«Hai qualcosa per me?» gli domandai speranzoso.
«Mi dispiace Giacomo. Forse domani.»
«Ah!» esclamai deluso.
«Ti serve altro?»
«Beh in effetti non so da dove cominciare e non credo che tu qui abbia ciò che cerco.»
«Chiedere non farà mai male» sentenziò lui atteggiandosi a vecchio saggio del quartiere.
«Ecco vedi, mi serve un obiettivo per mettere a fuoco…»
«Ti interrompo subito caro Giacomo e ti dico che avevi ragione in ciò che dicevi poco fa. Io non vendo questo articolo.»
«No, non devo leggere uno dei tuoi giornali, lo sai che non mi piacciono.»
Lui mi guardò perplesso per qualche secondo e poi rise in riferimento a qualcosa che io non avevo evidentemente capito. Mi capita spesso. Ci ho fatto l’abitudine.
«Non intendevo dire questo. Non vendiamo obbiettivi in quest’edicola, ma puoi andare dal fotografo che sta a due isolati da qui. Lui potrà aiutarti.»
«Grazie Enzo!»
Mi godetti la passeggiata finché non raggiunsi il negozio del fotografo. Era impegnato con un altro cliente. Portai le mani dietro la schiena e guardai la merce esposta. Fotocamera a 200 euro. Fotocamera a 300 euro. Cornice a 15 euro. Obiettivo per Reflex 200 euro. Eccolo lì. Più semplice del previsto. Alzai gli occhi e vidi che il cliente era uscito dal negozio, che il fotografo era libero e si stava avvicinando a me.
«Sono Aldo, il mago della fotografia. Come posso aiutarla?»
Mia madre una volta mi aveva portato a uno spettacolo di magia, ma l’atmosfera era decisamente diversa.
«Salve. Lei è un mago?»
«In quello che faccio. Non c’è ombra di dubbio.»
«Bene, lei, in quanto mago, è certamente una persona di prestigio per cui non voglio annoiarla troppo a lungo con questioni prive di fondamento. Avrei bisogno di un obiettivo.»
«Un obiettivo?» fece lui in tono teatrale «Certo! Deve dirmi solo una cosa. Che macchina ha?»
Rimasi sbalordito dalla domanda. Troppa confusione di argomenti.
«Beh a dire la verità la macchina non è mia, ma di mia madre. Lei ha una vecchia decappottabile degli anni settanta.»
«D’accordo, ma questo non c’entra col suo problema.»
Guardai l’orologio e mi resi conto che iniziava a farsi tardi.
«Quello lì andrà bene» tagliai corto indicando l’obiettivo da 200 euro.
«Molto bene» fece lui prendendo l’obiettivo in mano e spostandosi verso il bancone.
«Senta con questo posso mettere a fuoco…»
«Certamente. Questo è un articolo di qualità.»
«Sì anche Enzo voleva vendermi il giornale, ma per me va bene solo l’obiettivo.»
Aldo mi guardò perplesso, poi scrollò le spalle. Io aprii il mio portafoglio e tirai fuori quattro banconote da cinquanta.
«Le serve la fattura?»
Ci pensai su.
«No, già mio padre dice che abbiamo troppe maledizioni in famiglia. E poi la magia nera non dovrebbe mai essere praticata, se lo ricordi.»
Lui sgranò gli occhi spaventato. Pigiò dei numeri sul registratore di cassa e mi porse lo scontrino assieme alla busta contenente l’obiettivo.
«Buona giornata.»
«Buona giornata anche a lei e spero di vederla a qualche spettacolo di magia in futuro.»
Uscii dal negozio e rientrai in casa. Mia madre era in camera da letto.
«Dove sei stato?» mi urlò da lì.
Io mi avvicinai ai fornelli della cucina e accesi il fuoco.
«Ho trovato il mio obiettivo» risposi. Tirai fuori dalla busta il mio acquisto e lo misi sulla piastra, a contatto con le fiamme.
«Davvero?» fece mia madre entrando in cucina. Il suo volto da allegro, mutò espressione. Era spaventata «Che stai facendo Giacomo?»
Io la guardai sorridendo.
«Sto mettendo a fuoco il mio obiettivo!»

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Linee di pensiero di Claudio Boccuni è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 4.0 Internazionale.

6 Comments
  1. Ciao, sono qui dal Circolo. Devo ammettere che al’inizio l’ironia dei giochi di parole mi è sembrata strana, poi ho riletto una seconda volta tutta la storiella e ho capito.
    Davvero un modo divertente e diverso di interpretare la vita. hai uno stile molto particolare, ma si vede che è il tuo personale.
    Mi complimento con te per questo lavoro, davvero un ottimo stralcio.
    F.

    • Ciao e grazie per aver fatto un salto sin qui. Posso dirti che queste storie comiche (sì ce ne sono altre due sul blog) si discostano molto da ciò che scrivo solitamente, ma non sono troppo lontane dal mio modo ironico di interpretare la vita. Non so se in futuro metterò mano a un nuovo racconto di Giacomo, ma quando guardo a questi 3 che ho scritto non posso non sorridere interiormente. Sono lieto che tu abbia apprezzato l’ironia! 🙂

  2. Ciao, eccomi a lasciare la mia opinione per lo scambio recensioni.
    All’inizio, ad essere sincera, ero un po’ confusa, non riuscivo a cogliere il punto del discorso. Poi verso la fine ho cominciato a comprendere l’ironia particolare e mi ci sono ritrovata completamente.
    Molto bello e particolare, divertente in maniere diversa.
    Lo stile sempre impeccabile, nessun refuso notato. Piaciuto davvero, i miei complimenti! Apprezzo i testi un po’ particolari.
    Alla prossima! ^^

    • Ti ringrazio Irene. L’idea di aprire un blog di racconti è nata proprio dalla stesura di questa prima storia comica. Volevo trovarle una collocazione in rete. In seguito decisi comunque di aprire Follie Metropolitane con un racconto più serio e nel mio stile di scrittura quale “Alienato”. Tuttavia ho dato seguito ad altre due storie di Giacomo e chissà che un giorno non continui questa piccola serie 🙂

  3. Ciao *^* Finalmente sono riuscita a passare a leggere una tua storia ^^
    Ho un genere di scrittura tragico quindi devi sapere che ho una grandissima stima per le persone che riescono a scrivere qualcosa di comico ^^ E’ più difficile far ridere che piangere.
    Ho letto che non è il tuo genere di solito ma nonostante tutto l’ho trovata una storia ben riuscita e divertente. Hai costruito molto bene i doppisensi e ne è uscito un buon lavoro ^^

    Alla prossima

    • Ti ringrazio per questo bel commento. Posso dire che questo è più il mio modo di essere che il mio modo di scrivere, tuttavia, di tanto in tanto, bisogna anche alleggerire un po’ e le avventure di Giacomo credo siano sufficientemente rilassanti ^^.

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