Linee di pensiero 3 – Le ragazze

Linee di pensiero 3 - Le ragazze

 

Si sa che una delle occupazioni principali di una madre è quella di trovare una brava ragazza al proprio figlio, anche se nessuno le ha mai chiesto di farlo. E mia madre non fece eccezione.
Una mattina a colazione stavamo discutendo proprio di questo, mentre eravamo seduti al tavolo della cucina.
«Dovresti uscire con Ilaria» fece lei.
«Non la conosco neanche» replicai io.
«È un ragazza casa e chiesa» insistette.
Beccata!
«Mmm… e a quanto pare è una bugiarda. L’ho vista proprio l’altro giorno al supermercato» risposi con aria trionfante. Mia madre mi fissò per alcuni secondi, poi ritornò a mangiare il suo piatto di cereali.
A ben pensarci anche un mio amico cercò di introdurre il discorso non conoscendo la mia più grande fobia.
«Giacomo, ti serve una ragazza!» disse mentre gustavamo un pezzo di focaccia, appena fuori dal miglior forno della città.
«Ma no, che dici! E poi non saprei neanche come conoscerne una» risposi timidamente.
«Tranquillo. Ho la soluzione giusta per te. Puoi iscriverti a un sito che organizza appuntamenti al buio»
«No!» urlai io spaventato «Non se ne parla. Io ho paura dell’oscurità. La notte dormo persino con la luce accesa nella stanza, quindi niente da fare!»
Lui scrollò le spalle e continuò a mangiare il suo pezzo di focaccia e da allora non riprese più l’argomento.
Le ragazze… difficile per me capire le loro linee di pensiero e il loro modo di comportarsi. Ricordo anche quando il mio edicolante, il buon Enzo, mi mostrò una rivista piuttosto famosa esternando, con lo sguardo perso nei suoi sogni più reconditi, la sua opinione.
«Caro Giacomo, le ragazze copertina sono il massimo» commentò lui.
«Sì, ma d’Estate a letto potrebbero sentire troppo caldo con una coperta addosso, anche se un condizionatore potrebbe risolvere il problema. Del resto quando si esce di casa…»
«Fa niente Giacomo» mi interruppe lui «Non ha importanza chi sia questa donna. Fatto sta che dovresti cercartene una. Potresti avere un’occasione un giorno e tu non dovrai fare altro che chiedere a questa ragazza di uscire. Portala fuori. Funziona sempre!» concluse lui facendomi l’occhiolino.
«È vero. Anche mamma dice sempre che alle ragazze devo chiedere di uscire.»
Un giorno l’occasione arrivò. Ero dentro il bar di Pino, seduto al tavolino più nascosto del locale. Stavo per gustare il mio buon caffè quando mi si avvicina una simpatica ragazza, occhialuta e bionda. Aveva uno splendido sorriso e devo ammettere che non ricordo molto della nostra conversazione poiché ero rimasto troppo affascinato dal suo bel visino. Una sensazione che raramente avevo provato in vita mia. Fu così che decisi di mettere in pratica i consigli del buon Enzo, chiedendo a quella ragazza di uscire.
«Forse… non dovresti stare qui. Che ne dici di uscire fuori dal bar? Su, esci fuori» le dissi indicando con l’indice la porta d’ingresso del locale. Lei sembrò sorpresa.
«In che senso?» domandò spaesata.
Le successive parole di Enzo mi risuonarono in testa. Continuai a seguire le sue istruzioni. Mi alzai dalla sedia e la presi sottobraccio.
«Devo portarti fuori.»
La accompagnai fuori dal locale e poi rientrai per terminare di bere il mio caffè, ormai freddo. Lei rimase perplessa per alcuni istanti poi si allontanò lungo la via. Aspettai per ore in quel bar, ma lei non ritornò. Chissà perché. Le avevo solo chiesto di uscire.

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