FAQ

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Il mio lavoro mi mette in contatto con persone di ogni genere, anche se forse la parola contatto andrebbe un attimino rivista, poiché spesso si associa a tale termine, intuitivamente, l’aggettivo fisico, e ciò sarebbe fuorviante per la mia professione. Sono in comunicazione ogni giorno con decine di persone sparse in tutto il globo, ma mi è impossibile, e probabilmente questo è un bene, conoscere il loro aspetto fisico o altri dettagli che assimilerei naturalmente se le nostre conversazioni avvenissero in contemporanea e nello stesso luogo.
Sono l’addetto alla posta elettronica di una nota società informatica. Di certo non sono l’unico, ma sembra che il mio sia un caso piuttosto raro. Ho la sfortuna, o fortuna a seconda dei punti di vista, di trovarmi sempre persone particolarmente fastidiose e puntigliose dall’altra parte dello schermo, in grado di minare, con le loro capacità di osservazione e analisi, il corretto funzionamento e sviluppo economico dell’azienda. Per farvi un esempio calzante di questa strana situazione devo forse ricordare il caso del signor Piuma, alle prese con uno strano difetto sciaguratamente verificatosi alla sua stampante. Una questione incresciosa, ma comunque di poco conto, poiché subito fu assistito nel migliore dei modi e con le dovute precauzioni. La stampante aveva iniziato a stampare a colori, a intervalli regolari, delle foto panoramiche della stanza nella quale era stata collocata. Un problema assai fastidioso non fosse altro che per l’enorme quantità di inchiostro sprecato, ma anche perché fece sollevare alcuni ragionevoli dubbi sulla genuinità dei nostri prodotti. I quesiti erano semplici. Come poteva una semplice stampante, cui per giunta non era annesso uno scanner, avere a disposizione un’immagine chiara della stanza in cui si trovava?
La mia risposta non tardò ad arrivare. Era necessario coprire a ogni costo quel malfunzionamento osceno con una teoria plausibile ed efficace. Il problema, scrissi, è da ricercarsi in un conflitto tra driver all’interno del computer che ha portato la stampante a ricevere, come immagine da stampare, tutto ciò che veniva catturato dalla webcam.
Sintetico e criptico al punto giusto. Problema risolto, almeno in apparenza. Potete, infatti, immaginare la mia delusione quando il giorno dopo arrivò la mail di risposta da parte del cliente in cui specifica chiaramente che il suo computer non era dotato di webcam e di nessun dispositivo in grado di catturare immagini o video.
Una bella gatta da pelare, ma non mi persi d’animo.
Non è improbabile, scrissi, che la causa sia allora da ricercarsi nella predisposizione al wireless insito nella sua stampante e attivabile, su richiesta del cliente, in un momento successivo all’acquisto. Tale modulo deve aver certamente captato dei segnali emessi dalla connessione senza fili di un suo cellulare o di un suo tablet, e scambiato erroneamente quei segnali come immagini da stampare.
Anche in questo caso avevo trovato un motivo verosimile che ben spiegasse l’accaduto, ma altri problemi non tardarono ad arrivare. Il cliente insoddisfatto mandò l’ennesima mail di protesta nella quale specificava che in quella casa non esistevano diavolerie ultratecnologiche. Niente tablet o smartphone, solo un cellulare vecchio stile, buono solo a chiamare. Nessuna fotocamera, neanche delle più insulse, incorporata in nessun dispositivo. Un tipo tosto questo signor Piuma che pretendeva, o magari desiderava, un appiglio cui potersi aggrappare per spiegare quello strano fenomeno, poiché qualora le spiegazioni non fossero state sufficientemente chiare, aveva già deciso di rivolgersi a ben altri canali. Questo il mio capo non poteva permetterlo e me lo disse chiaramente quando entrai nel suo ufficio per fare chiarezza sulla situazione.
«No, Massimo. Non possiamo assolutamente permettere che questo inutile malfunzionamento porti la nostra azienda sotto i riflettori. Chiunque, analizzando a fondo i nostri prodotti, potrebbe rendersi conto di ciò che facciamo realmente. E temo che questo stramaledetto signor Piuma stia già intuendo qualcosa. È necessario fermarlo al più presto. Tuttavia io non posso occuparmi di persona della questione. Mi affido alle tue straordinarie capacità e, soprattutto, ai tuoi contatti. Confido che saprai risolvere la situazione in poco tempo e nel miglior modo possibile.»
Nessun dubbio quindi sulle modalità con cui mi sarei occupato della faccenda. L’azienda per cui lavoravo era solo una copertura. In realtà fornivamo un servizio di spionaggio costante ed efficace, che poteva portare ai più disparati risultati. Si andava dalle ricerche di mercato a vere e proprie estorsioni perpetrate attraverso il ricatto e la paura. Un terzo dei modelli di stampanti che avevamo messo in commercio possedeva una microscopica e sofisticata telecamera in grado di riprendere anche il più piccolo dettaglio dell’ambiente in cui veniva collocata. Avevamo foto nitide e dettagliate di tradimenti, perversioni, gusti e abitudini dei nostri consumatori e le utilizzavamo per guadagnare quanto più denaro possibile. Un guasto era poco probabile e quello occorso al signor Piuma era certamente uno dei più catastrofici. Qualcosa non era andato per il verso giusto e la stampante aveva intercettato parte delle immagini immagazzinate dalla telecamera nascosta per poi mandarle in coda di stampa.
Non vi annoierò con i dettagli di quello che fu il mio piano per risolvere la situazione. Vi dirò soltanto che quattro giorni più tardi si tennero i funerali del signor Piuma. Attacco cardiaco fu il responso del medico e non essendoci alcun sospetto sulle cause naturali della morte, nessuno ordinò una autopsia che accertasse e confermasse tale causa di decesso. La stampante difettosa fu sostituita con un altro modello, innocuo e privo di microtelecamera. Le mail furono rapidamente cancellate dai computer aziendali, da quello della vittima e dal server che le aveva registrate. Mi accertai che nessun altro fosse venuto a conoscenza del singolare problema meccanico riguardante il nostro prodotto e finalmente tornai dal mio capo con buone notizie.
«Ottimo lavoro Massimo!» fu il suo unico commento prima di congedarmi affinché io potessi riprendere le mie attività.
Internet ha fornito un ottimo schermo protettivo ad alcune persone, le quali, non dovendo più sostenere colloqui faccia a faccia, credono di poter impunemente discutere e domandare qualsiasi cosa li passi per la testa. Il signor Piuma avrebbe potuto semplicemente accontentarsi del nostro servizio. Si sarebbe goduto la sua nuova stampante funzionante e chissà quanti altri anni ancora avrebbe vissuto così da decidersi a comprare una webcam per le videochiamate o uno smartphone, con annessa una bella fotocamera.
Questo è il mio lavoro quotidiano. Rispondere alle lamentele dei clienti e porre rimedio preservando al meglio gli interessi della mia azienda. Ho carta bianca poiché non sono le buone intenzioni o i sani principi a far girare la Terra sul proprio asse, bensì il denaro. E ora riprendo a leggere le mail che arrivano, come questa.
Oggetto: “Registrazioni sospette”.
Bene, ci sarà da divertirsi!

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